Connessioni Creative http://www.connessionicreative.com Dott.ssa Giulia Simone Mon, 05 Sep 2022 15:55:22 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.23 Quando lasciar perdere e quando non farlo http://www.connessionicreative.com/quando-lasciar-perdere-e-quando-non-farlo/ http://www.connessionicreative.com/quando-lasciar-perdere-e-quando-non-farlo/#respond Mon, 05 Sep 2022 15:55:22 +0000 http://www.connessionicreative.com/?p=1163 Spesso insistiamo nell'innaffiare un vaso che non ha semi buoni per noi, altrettanto spesso ci viene detto che se molliamo tutto stiamo perdendo, cosa non si sa poi. Ma la verità è che spesso una vittoria diventa una sconfitta, ma una sconfitta può diventare una grande vittoria. Chiudere una relazione sentimentale che ci fa soffrire [...]

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Spesso insistiamo nell’innaffiare un vaso che non ha semi buoni per noi, altrettanto spesso ci viene detto che se molliamo tutto stiamo perdendo, cosa non si sa poi. Ma la verità è che spesso una vittoria diventa una sconfitta, ma una sconfitta può diventare una grande vittoria. Chiudere una relazione sentimentale che ci fa soffrire e non porta da nessuna parte, ad esempio, può essere la nostra più grande vittoria personale sulla paura di rimanere soli. Insomma, a volte si vince proprio quando si perde!Quante volte poi vi è capitato di benedire, a posteriori, una porta chiusa in faccia?

La mia riflessione non si riduce all’invito di abbandonare tutti i vasi che non fioriscono, ma pone l’accento sull’importanza di allenare la capacità di riconoscere col cuore e la mente, uniti nella medesima direzione, il terreno più fertile per noi.

Un percorso di psicoterapia espressiva integrata all’arte terapia può essere molto utile per allenare questa capacità. In particolare, nell’apprendere quale sia per noi il terreno migliore da coltivare, l’arte terapia può dare un grande contributo. La psicoterapia espressiva integrata all’arte terapia è una modalità psicoterapeutica ad orientamento psicodinamico caratterizzata dall’utilizzo integrato dei codici espressivi pre-verbale e verbale. La psicoterapia espressiva, utilizza metodologie e tecniche proprie dell’arteterapia e individua nella dimensione estetica, corporea e somatica dei strumenti di cura.

La vita non è mai semplice, ma molto spesso ci concentriamo principalmente sugli aspetti che non funzionano, mentre in ogni momento, soprattutto se aiutati a vedere oltre i nostri problemi, potremmo porgere il nostro sguardo su tutto ciò che funziona di noi e per noi. Un estratto di un libro di Calvino a me caro (“Le città Invisibili”) illustra molto bene questo concetto:

L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. Calvino, “Le città Invisibili” (Torino, Einaudi, 1972)

Contattami se vuoi iniziare un percorso con me (anche online). Dopo una consulenza preliminare, necessaria a valutare la situazione presente, potremmo decidere insieme di iniziare un percorso. A seconda di quello che emergerà nei primi colloqui potremo decidere se iniziare un percorso di crescita personale, di sostegno psicologico o psicoterapia espressiva intergrata all’arte terapia.

Contatti:

Giulia Simone

cel. 3425255060

mail: giuliasimone@connessionicreative.com

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Spazio Creativo (3-5 anni) http://www.connessionicreative.com/spazio-creativo-3-5-anni-laboratorio-espressivo-creativo/ http://www.connessionicreative.com/spazio-creativo-3-5-anni-laboratorio-espressivo-creativo/#respond Thu, 04 Nov 2021 14:49:28 +0000 http://www.connessionicreative.com/?p=1151 "Spazio creativo" è un laboratorio rivolto a bambini tra i 3 e i cinque anni. Uno spazio accogliente dove, attraverso laboratori espressivo- creativi, il bambino può MANIPOLARE, ESPLORARE attraverso i sensi, CREARE, ESPRIMERSI e RELAZIONARSI positivamente con gli altri. La parola "spazio" per me è importantissima poiché esprime un'intenzione, una responsabilità e una promessa: Quella di [...]

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“Spazio creativo” è un laboratorio rivolto a bambini tra i 3 e i cinque anni. Uno spazio accogliente dove, attraverso laboratori espressivo- creativi, il bambino può MANIPOLARE, ESPLORARE attraverso i sensi, CREARE, ESPRIMERSI e RELAZIONARSI positivamente con gli altri.

La parola “spazio” per me è importantissima poiché esprime un’intenzione, una responsabilità e una promessa: Quella di pensare e costruire uno spazio adeguato dove i bambini possano sentirsi accolti.  Uno spazio costruito sulla fiducia, sul presupposto che qualcuno li contenga, così che possano lasciarsi andare serenamente. Uno spazio in cui ci sia una persona che li faciliti nel potersi esprimere, guidandoli alla scoperta dei materiali artistici e di recupero e di tutte le possibilità che questi possono offrire.

C’è un intreccio molto potente tra arte e gioco quando il focus dell’intervento è sul processo creativo, anziché sul risultato finale. In ogni laboratorio, quindi,  il risultato che si vuole ottenere è l’esplorazione dei diversi materiali, senza nessuna aspettativa su come potrebbe apparire l’arte prodotta. Lavorare in tal modo permette al bambino di esplorare, scoprire e rimanere in contatto col proprio processo creativo, assumendosi dei rischi in uno spazio sicuro.

Il processo creativo è estremamente importante. Non c’è persona che non trasformi ciò che le è dato in qualcosa di diverso. Tutti siamo trasformatori di qualcosa in qualcos’altro. Il fulcro della vita consiste nel bisogno di trasformare quello che ci è stato dato in qualcosa di diverso. E’ un concetto universale”

ASHLEY BRYAN

Autore e illustratore (Da un’intervista del 2016. High Museum of Art

albi illustrati

La serie di laboratori pensati per “Spazio creativo” è frutto di un lavoro di  preparazione, ricerca dei materiali più adatti e di idee originali.

Quando preparo dei laboratori mi piace fare ricerche, leggere libri e trovare ispirazione, proprio lì dove mi sta aspettando.

In alcuni laboratori saranno utilizzati albi illustrati come stimoli per successive creazioni, altri laboratori saranno più focalizzati sui materiali, sulla loro manipolazione e sull’uso di materie prime ed elementi naturali.

I laboratori partiranno al raggiungimento del numero minimo di iscritti.

QUANDO

Mercoledì dalle 17 alle 18.15

DOVE

Presso l’associazione Wellbeing

Riviera San Benedetto, 56

CONTATTI

Telefono:      Luca 3464955804  – Marco 3489244174
mail:              asdwellbeing@gmail.com

 

 

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Inizio di un nuovo anno: tempo di buoni propositi?Anche no http://www.connessionicreative.com/inizio-di-un-nuovo-anno-tempo-di-buoni-propositianche-no/ http://www.connessionicreative.com/inizio-di-un-nuovo-anno-tempo-di-buoni-propositianche-no/#respond Sat, 02 Jan 2021 18:36:28 +0000 http://www.connessionicreative.com/?p=1141 Che sia l'inizio di un nuovo anno o l'inizio di un nuovo cliclo di vita, siamo tutti portati a fare dei bilanci, a chiederci cosa ha funzionato e cosa no nella nostra vita. Spesso ci poniamo anche degli obiettivi e a volte questi ci possono realmente spronare a fare di più o meglio. Personalmente mi [...]

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Che sia l’inizio di un nuovo anno o l’inizio di un nuovo cliclo di vita, siamo tutti portati a fare dei bilanci, a chiederci cosa ha funzionato e cosa no nella nostra vita. Spesso ci poniamo anche degli obiettivi e a volte questi ci possono realmente spronare a fare di più o meglio. Personalmente mi sono posta l’obiettivo di dedicare più tempo alla lettura.

Tuttavia, la famosa lista dei “buoni propositi” può diventare controproducente, soprattutto se guidata da convinzioni errate e dalla paura sotterranea di non riuscire a farcela davvero. Il rischio maggiore è che questa lista si riempia di grandi obiettivi oggettivamente irrealizzabili o di obiettivi molto facilmente raggiugibili. In ogni caso non avviene una reale crescita interiore o il fiorire di consapevolezza. Allora cosa fare?Forse due conti, onesti, sinceri e autentici. Sarebbe anche utile dirsi che si è fatto il massimo e che forse era tutto quello che si è riusciti a fare, che si potrebbe anche fare di più, ma di più per chi?

Se l’obiettivo più grande diventa la nostra felicità, tutto viene ridimensionato alla luce di questo e ogni sacrificio fatto fino ad ora, ogni successo o fallimento rappresenta il nostro vivere e protendersi verso la felicità. Una felicità che non dipende dalle circostanze e dai venti, una felicità profonda e radicata, che trova la sua massima espressione nelle relazioni, di cui si nutre e che a sua volta nutre. Spesso però si ha paura del cambiamento, perché ciò che ci si lascia alle spalle, per quanto possa recare sofferenza e/o insoddisfazione, è ciò che conosciamo e ci è familiare.

Il primo grande ostacolo al cambiamento è proprio la paura di possibili scenari futuri di fallimento. E se fallire non fosse la fine del mondo?Se fallire fosse l’unico modo per vincere le proprie paure?Se il fallimento potesse insegnarci come essere autenticamente felici?

In un’intervista dedicata al lungo lavoro che aveva portato Edison alla creazione e commercializzazione della lampadina elettrica ad incandescenza, egli affermò: “Non ho mai fallito. Ho semplicemente trovato 10.000 modi che non funzionavano”.

Se un fallimento insegna qualcosa, non è mai un vero fallimento, o meglio rappresenta l’esatto punto da cui ripartire, onestamente e determinati a vincere. Basta leggere una qualsiasi biografia di personaggi illustri per comprendere quanto la loro vita sia stata anche costellata di fallimenti, e che proprio questi spesso hanno portato al successo.

E’ vero anche che bisogna accettare la caduta, senza trovare scuse, avendo comunque fiducia nelle nostre gambe e nella loro capacità di farci rialzare (anche un pò di gratitudine non guasta). Per rialzarci ci appoggiamo proprio sul punto in cui cadiamo, così come per vincere partiamo da dove si è fallito.

Quello che ostacola una crescita dopo il fallimento è il senso di colpa, il sentirsi vittima degli eventi e delle circostanze e la svalutazione. Accettare di essere responsabili dei propri fallimenti, ha il vantaggio di sentire il potere di trasformarli in vittorie, uniche e personali. Una vittoria che non arriva a noi come una medaglia, piuttosto come conquista su noi stessi, sulle nostre paure e fragilità.

Un buon anno a tutti, che ci trovi più onesti e sinceri con noi stessi, ma anche fiduciosi nelle nostre risorse e nella nostra creatività.

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Percezione del tempo e coronavirus: una riflessione creativa. http://www.connessionicreative.com/percezione-del-tempo-e-coronavirus-una-riflessione-creativa/ http://www.connessionicreative.com/percezione-del-tempo-e-coronavirus-una-riflessione-creativa/#respond Fri, 20 Mar 2020 22:12:13 +0000 http://www.connessionicreative.com/?p=1131  “Quando un uomo siede due ore in compagnia di una bella ragazza, sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa rovente per un minuto e gli sembrerà che siano passate due ore. Questa è la relatività” Albert Einstein   Viviamo ormai da più di due settimane in quarantena, in attesa di aggiornamenti [...]

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 “Quando un uomo siede due ore in compagnia di una bella ragazza, sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa rovente per un minuto e gli sembrerà che siano passate due ore. Questa è la relatività”

Albert Einstein

 

Viviamo ormai da più di due settimane in quarantena, in attesa di aggiornamenti continui e decreti divenuti sempre più restrittivi.

Abbiamo visto e vissuto sentimenti polarizzati come accade in tutte le situazioni estreme: si è prima minimizzato il pericolo per poi vivere con ansia e incertezza il futuro e l’aggravarsi di una situazione che, nonostante i detrattori iniziali, è stata dichiarata “pandemica”. Così un virus con la sua corona ci ha ordinato di stare a casa, di non abbracciarci, di mantenere le distanze fra noi e molto altro.

Ma come abbiamo vissuto e percepito il tempo, e come lo stiamo ancora facendo, in questa quarantena? Di che tempo si tratta? Parlando di tempo, qui mi riferisco al tempo soggettivo, a quello vissuto: un tempo relativo.

Osservando le reazioni più diverse nelle persone intorno a noi, così come in noi stessi, abbiamo potuto constatare probabilmente come in queste settimane il tempo, che pure sembra dover essere il medesimo, sia già cambiato molte volte.

C’è il tempo sospeso, quello vissuto tra un decreto e l’altro, che diminuisce la portata dei nostri spostamenti.

C’è il tempo dilatato, quello delle settimane di misure restrittive, che già percepiamo debbano prolungarsi oltre quanto stabilito, allontanando ancora la fine di un periodo che sappiamo finirà. Sì, ma quando?

C’è il tempo dei “buoni propositi”, quel tempo in cui cerchiamo di creare una routine, di allenarci in casa, di creare nuove abitudini a scandire le nostre giornate. Cerchiamo di ritagliarci i nostri spazi in un momento di convivenze totali, a volte forzate (i nostri animali domestici pare non ci sopportino più!).

C’è anche il tempo del “motto di spirito” (#andràtuttobene). Un tempo che come un’onda sale e ti porta su nell’euforia, senza prepararti troppo alla discesa che ne seguirà naturalmente.

Questo virus ci costringe a stare in casa, ma forse quello che più di tutto ci costringe a fare è stare nel silenzio, ascoltare il silenzio e chiederci: “Ma il silenzio che suono ha?”

Nel silenzio possiamo sentire l’eco delle nostre paure e se non vogliamo sentire può accadere che ci rifugiamo nell’apatia o in maratone di telefilm su Netflix, oppure ci rifugiamo in cucina, tra i fornelli. Sia chiaro che se non siamo pronti ad ascoltare questo silenzio va benissimo lo stesso. Anzi, ci farà sicuramente bene intrattenerci con il rumore della routine, con le sue scansioni, con le fiamme dei fornelli accesi, che ora più che mai non nutrono solo il nostro corpo.

Va bene, se ne abbiamo bisogno, anche sprofondare nell’apatia di una giornata in cui proprio non si ha voglia di essere propositivi, di “formarsi da casa” o d’imparare una nuova ricetta.

Abbracciamo tutto di noi, con clemenza, ora più che mai. Abbracciamo anche l’apatia, l’umore più basso e siamo gentili con quelle giornate in cui vogliamo essere “spenti”. Tuttavia, con calma e con dolcezza abbracciamo anche tutte le emozioni provate in questi giorni, la soddisfazione di nuove conquiste (per lo più digitali), i libri letti, ma anche quelli che avremmo voluto leggere.

Abbracciamo tutto e poi lasciamo andare. Prendiamo coraggio e sgombriamo il campo da tutto, apriamo la finestra e facciamo entrare luce e aria, se necessario socchiudiamo gli occhi e facciamo un profondo respiro. Poi rimanendo in ascolto sentiamo un po’: IL SILENZIO CHE SUONO HA?

Stamattina io l’ho fatto.

Il perché è stato dettato da una necessità che è nata e per fortuna ho ascoltato. In queste settimane ho cercato fin da subito di reagire prontamente, come molti, di riorganizzarmi, di cogliere le opportunità del #iorestoacasa.

Tante le idee emerse, nuove sfide, come vedere su Skype pazienti che normalmente vedo in studio, molti i nuovi piatti cucinati, le ricette imparate, la musica ascoltata, i disegni fatti.  Ma non solo questo, c’è anche lo spaesamento, la stanchezza e la voglia di avere vicino una famiglia assai lontana e dover tenere distanti gli amici che abitano vicino.

E dopo? La resa.

Mi sono ricordata che non dobbiamo sempre e solo reagire, possiamo non solo stare a casa, ma anche fermarci davvero e accogliere quello che in un ritmo frenetico, per cui adesso sentiamo una strana nostalgia, ci può sfuggire. Forse possiamo anche pensare di accogliere tutto ciò che questa situazione estrema ci sta facendo vivere, ma in che modo?

Sarò di parte, ma la creatività può aiutarci molto in questo momento. Ritagliarsi un tempo non tempo. Fare entrare il silenzio necessario.

Cosa ho fatto nel concreto? Sfondi emotivi e collage.

Ho ritagliato piccoli rettangoli di carta da acquerello e ho creato degli sfondi, senza troppo pensarci. Sfondi che partivano come sfumati, ma che poi acquisivano strati e consistenze, quasi tridimensionali. Li ho chiamati “sfondi emotivi”. Sfondi pronti ad accogliere senza fretta, ma nel tempo sospeso, dilatato e piacevole del fare creativo. Poi ho sfogliato delle riviste, ho ritagliato delle frasi, che mi aspettavano, pronte a dirmi qualcosa che aveva l’urgenza di mostrarsi.

 

Vi faccio una proposta e un invito:

In questi giorni di quarantena proviamo a raccogliere ogni giorno qualcosa: uno sfogo, una foto, un’idea, una frase detta, una frase sentita, anche niente.

Mettiamo tutto insieme, perché quando tutto finirà avremo bisogno di raccogliere i frammenti di questa esperienza, di ricominciare e avremo una percezione di noi stessi necessariamente diversa, che potrebbe portarci a sentirci smarriti.

Questi giorni possono ingannarci con percezioni distopiche, influenzabili, labili e fluttuanti, ma poiché in ogni cosa c’è una verità, conserviamo qualcosa di questi giorni. Sospetto che potrebbe tornarci utile!

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Fiabe e linguaggio della fantasia: ruolo nello sviluppo psicologico e affettivo del bambino http://www.connessionicreative.com/fiabe-e-linguaggio-della-fantasia-ruolo-nello-sviluppo-psicologico-e-affettivo-del-bambino/ http://www.connessionicreative.com/fiabe-e-linguaggio-della-fantasia-ruolo-nello-sviluppo-psicologico-e-affettivo-del-bambino/#respond Thu, 23 Jan 2020 19:25:26 +0000 http://www.connessionicreative.com/?p=1112   La fiaba oggi  La fiaba abita il regno dell’immaginazione, solitamente posta in relazione, se non opposizione, alla logica e alla razionalità. Di conseguenza, spesso si contrappongono anche le caratteristiche che si pensa siano proprie della fiaba e della razionalità: evanescenza e fantasia vs realismo e oggettività. L’oggettività è sicuramente rassicurante, ma si possono contattare [...]

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  • La fiaba oggi 

La fiaba abita il regno dell’immaginazione, solitamente posta in relazione, se non opposizione, alla logica e alla razionalità. Di conseguenza, spesso si contrappongono anche le caratteristiche che si pensa siano proprie della fiaba e della razionalità: evanescenza e fantasia vs realismo e oggettività.

L’oggettività è sicuramente rassicurante, ma si possono contattare oggettivamente le proprie emozioni? Si possono misurare le angosce personali, i nostri timori più inconsci? Infine, se anche fosse possibile quantificare e oggettivare con precisione le nostre angosce, in che misura questo migliorerebbe la comprensione del nostro mondo interiore? 

In tal senso, accade spesso che un bambino troppo assorto nei suoi pensieri e nel suo mondo, fatto anche di fantasie, possa destare preoccupazioni (a casa come a scuola) e il timore inconfessabile di chissà quali future patologie psicologiche.

In realtà, e molto più concretamente di quanto si pensi, la fiaba può fornire uno strumento per fortificare, dare una direzione e far crescere e articolare il linguaggio emotivo del bambino. 

Oggigiorno, alcuni genitori si pongono innanzi al bambino pretendendo che la sua mente funzioni esattamente come la propria, ma la comprensione più matura che possiamo avere di noi stessi e del mondo, come le nostre idee sul significato della vita, si sono sviluppate “lentamente”, così come fa il corpo, e i bambini hanno diritto a quella stessa lentezza.

Uno dei compiti più importanti per un genitore nell’allevare i propri figli, ora come in passato, è quello di guidarli nel trovare un significato alla vita. Per arrivare a ciò il bambino, crescendo, deve imparare sempre più a conoscere se stesso e a capirsi meglio.

Questo processo porta con sé il beneficio di divenire anche capace di comprendere maggiormente le altre persone, entrando in relazione con gli altri in una modalità soddisfacente per entrambe le parti, e cosa forse ancora più importante, anche significativa.

  • Alcuni aspetti psicologici della fiaba “popolare”

Di tutta la letteratura per l’infanzia niente può arricchire, ma anche divertire, adulti e  bambini, come la fiaba popolare.  A un livello più superficiale e manifesto sembra quasi che queste fiabe possano dire poco all’attuale società moderna, tuttavia, pur essendo state create in un tempo ormai remoto, possono essere rivelatrici dei problemi interiori che affliggono gli esseri umani e delle loro soluzioni.

Il bambino, inizialmente, non ha i mezzi per poter dare veramente un senso a quanto accade nel mondo e tutto ciò spesso gli appare sconcertante. Il bambino deve esser aiutato a trovare un senso al “tumulto dei suoi sentimenti” e per farlo ha bisogno di mettere ordine fuori e dentro di sé.

A tal proposito, Bettheilm¹ sottolinea, applicando il modello psicoanalitico della personalità, come le fiabe portino con sé messaggi importanti alla mente conscia e inconscia, a qualunque livello stiano funzionando in un quel dato momento nel bambino. Le storie narrate nelle fiabe fondamentalmente si occupano di problemi umani ritenuti universali, in particolar modo di quelli che preoccupano la mente del bambino in crescita. Le fiabe quindi possono parlare al suo Io, incoraggiarne lo sviluppo, placando al contempo le sue angosce.  Il bambino nel suo processo di crescita si trova di fronte a diversi problemi psicologici: deve superare delusioni narcisistiche (es. “non sono l’unico al mondo e unico oggetto di amore e attenzione”), dilemmi edipici, rivalità fra fratelli, deve abbandonare la totale dipendenza per conseguire la propria individualità, ecc.

Per poter risolvere tali problemi, il bambino deve comprende quanto accade nella sua individualità cosciente, soprattutto per poter affrontare anche ciò che accade nel suo inconscio. Il bambino può arrivare a questa conoscenza e quindi alla capacità di affrontare se stesso, non mediante una conoscenza razionale del suo inconscio, quanto “familiarizzando” con esso.

L’autore suggerisce come avvenga questa familiarizzazione: “intessendo sogni ad occhi aperti”.  Inoltre, la forma e la struttura delle fiabe suggeriscono al bambino delle immagini con le quali egli può dare struttura ai propri sogni “ad occhi aperti”.

In sintesi, secondo l’autore, i bambini trovano le fiabe popolari più soddisfacenti di tutte le altre storie per l’infanzia perché queste parlano alle grandi pressioni interiori del bambino in un modo che il bambino inconsciamente comprende e nel punto in cui il bambino realmente si trova in un dato momento, nei suoi aspetti psicologici ed emotivi.

  • Le fiabe e l’inconscio

Nel bambino (così come nell’adulto), l’inconscio è un potente fattore in grado di determinare il comportamento. Questo è caratterizzato da immagini, simboli, pulsioni e da tutto ciò che non supera la soglia della coscienza. Non vi è tuttavia un muro tra conscio e inconscio, questi comunicano in svariati modi, ad esempio messaggi inconsci possono arrivare alla coscienza tramite sogni complessi e altamente simbolici.

L’inconscio, inoltre, sembra essere dotato di una propria energia e quando viene represso e viene negato l’accesso al suo contenuto da parte della coscienza, può accadere che la mente conscia venga parzialmente sopraffatta dai derivati di tali contenuti. Quando tuttavia si permette al materiale inconscio di entrare nella coscienza, rielaborato dall’immaginazione, si riduce di molto la probabilità che questi sia dannoso per se stessi e per gli altri.

Malgrado ciò molti genitori possiedono la convinzione che sia meglio distrarre un bambino da ciò che lo turba maggiormente, come le sue ansie senza forma e nome o le sue fantasie colleriche, a tratti persino violente. Si predilige spesso in tal senso una visione edulcorata della realtà o immagini unicamente piacevoli, come se il bambino dovesse essere esposto solo al lato bello delle cose. Questo tuttavia alimenta la mente del bambino in un unico senso e purtroppo la vita reale non è “tutta rosa e fiori”.

Una parte di noi vorrebbe far credere ai bambini che tutti sono intrinsecamente buoni, ma essere “buoni” è una scelta quotidiana, una conquista su se stessi, raramente un patrimonio genetico ricevuto in dotazione alla nascita, scevro da influenze esterne o impulsi interiori.

Agire come se il lato oscuro dell’uomo non esistesse equivale a rimuovere e negare contenuti più inconsci, che tuttavia non smettono di esistere. Inoltre, gli stessi bambini provano impulsi aggressivi e violenti, forti gelosie o un’angoscia terribile per ciò che non comprendono o di cui hanno paura. Non riconoscere questi aspetti può far credere loro di avere qualcosa di sbagliato, di essere sbagliati.

La fiaba prende molto sul serio le ansie e i dilemmi esistenziali, ispirandosi direttamente ad essi, offrendo al tempo stesso soluzioni in una modalità che il bambino può comprendere in base al livello intellettivo raggiunto in un dato momento. Il beneficio della fiaba sta proprio nel fatto che consente al bambino di vivere determinate emozioni in modo protetto, senza esserne direttamente il protagonista, sicuri della vicinanza di un genitore, che con la sua voce accompagna l’esperienza.

A tal proposito sono molto belle le parole di Rodari sulla vicinanza genitore e figlio nella lettura di una fiaba:

“La voce della madre non gli parla solo di Cappuccetto Rosso o di Pollicino: gli parla di se stessa. Un semiologo potrebbe dire che il bambino è interessato, in questo caso, non solo al “contenuto” e alle sue “forme”, non solo alle “forme dell’espressione”, ma alla “sostanza dell’espressione”, cioè alla voce materna, alle sue sfumature, volumi, modulazioni, alla sua musica che comunica tenerezza, che scioglie i nodi dell’inquietudine, fa svanire i fantasmi della paura.”  

Gianni Rodari – Grammatica della fantasia

  • Identificazione con l’eroe e sviluppo della morale

Nelle fiabe, il male non è privo di attrattive, simboleggiate ad esempio da un potente drago, e spesso il cattivo ha per un certo tempo la meglio.

In tante fiabe l’usurpatore riesce persino a prendere il posto destinato di diritto all’eroe per un certo tempo. Ciononostante, non è il fatto che alla fine della storia il cattivo venga punito ad avere una valenza di educazione morale, anche se ne è una parte. Ciò che colpisce davvero il bambino non è il fatto che la punizione (o la paura di essa) sia un deterrente per il crimine, seppur temporaneo. Ciò che si va a rafforzare dentro di lui è l’idea che il delitto “non paga” e questo rappresenta un deterrente ancor più efficace.

Lo sviluppo di una morale nel bambino, non sarà promossa dal fatto che alla fine la virtù trionfi, quanto piuttosto dall’identificazione del bambino con l’eroe della sua storia e con le sue lotte.

A favorire tale identificazione vi sono diversi elementi nella fiaba, ma ne citerò solo alcuni:

  •  il fatto che questa, a differenza del mito, non abbia come protagonisti eroi dai poteri sovrumani, ma persone comuni che diventano eroi, grazie all’incoraggiamento di doni “magici” e qualche aiutante, ma soprattutto  dopo aver vinto terribili prove
  • Inoltre, nelle fiabe i personaggi non presentano ambivalenze: non possono essere buoni e cattivi allo stesso tempo. Questo facilita la comprensione del bambino, poiché la polarizzazione domina la sua mente. I caratteri opposti NON vengono affiancati per mettere in risalto il giusto comportamento, quanto per permettere al bambino di comprendere facilmente la differenza tra le due cose. Le ambiguità dovranno attendere una mente più matura e una personalità più solida (basata su identificazioni positive), per poter essere prese in considerazione realmente. Questo permette al bambino di avere una base per comprendere che esistono grandi differenze fra le persone e che pertanto bisogna operare delle scelte. Inoltre, più un personaggio buono è caratterizzato da semplicità e schiettezza,  più facilmente il bambino vorrà identificarsi con lui, respingendo quello cattivo.

Alla fine della storia, il bambino non s’interrogherà sulla decisione di voler essere buono, ma si chiederà “Come chi voglio essere?”. Pertanto si può affermare che “la fiaba, mentre intrattiene il bambino, gli permette di conoscersi e favorisce lo sviluppo della sua personalità” (Bettelheim, Il mondo Incantato).

Il messaggio essenziale e prezioso che le fiabe danno ai bambini (in molteplici forme) è:

“che una lotta contro le gravi difficoltà della vita è inevitabile, è una parte intrinseca dell’esistenza umana, che soltanto chi non si ritrae intimorito ma affronta risolutamente avversità inaspettate e spesso immeritate può superare tutti gli ostacoli e alla fine uscirne vittorioso” (Bettelheim, Il mondo Incantato)

Note:

¹Bruno Bettelheim (1903 – 1990) è stato uno psicoanalista austriaco naturalizzato statunitense, superstite dell’Olocausto. Di origini ebraiche, si rifugiò negli Stati Uniti, dove gli fu concessa la cittadinanza. Si occupò di psicologia dell’infanzia e si interessò in particolare all’autismo.

 

Per approfondire:

  • Bruno Bettelheim, Il mondo Incantato. Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe. Feltrinelli
    Collana: Universale economica. Saggi
  • Gianni Rodari, Grammatica della fantasia. Torino, Einaudi 1973

 

BUONE FIABE A TUTTI!:)

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Genitori, figli e insegnanti: crescere insieme http://www.connessionicreative.com/genitori-figli-e-insegnanti-crescere-insieme/ http://www.connessionicreative.com/genitori-figli-e-insegnanti-crescere-insieme/#respond Tue, 26 Nov 2019 20:19:35 +0000 http://www.connessionicreative.com/?p=1102 In occasione della Settimana dell’informazione psicologica dal 2 al 8 dicembre, assieme alle colleghe del Centro di Psicoterapia Padova, condurrò laboratori esperienziali rivolti a bambini, adolescenti genitori e/o altri adulti di riferimento, come insegnanti, sul tema della relazione genitori-figli. L’iniziativa è GRATUITA, ma occorre prenotarsi perché i posti sono limitati. Per INFORMAZIONI: Dott.ssa Paola Penta [...]

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In occasione della Settimana dell’informazione psicologica dal 2 al 8 dicembre, assieme alle colleghe del Centro di Psicoterapia Padova, condurrò laboratori esperienziali rivolti a bambini, adolescenti genitori e/o altri adulti di riferimento, come insegnanti, sul tema della relazione genitori-figli.

L’iniziativa è GRATUITA, ma occorre prenotarsi perché i posti sono limitati.

Per INFORMAZIONI:

Dott.ssa Paola Penta

☎ 3496648203
📧 paola.penta@gmail.com

Dott.ssa Giulia Simone

☎ 3425255060
📧 giuliasimone@connessionicreative.com

DOVE?

Centro di Psicoterapia Padova 

Via T.Aspetti, 146 – PADOVA

Genitori, figli e insegnanti Crescere insieme

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10 ottobre: Giornata Nazionale della Psicologia – STUDI APERTI http://www.connessionicreative.com/10-ottobre-giornata-nazionale-della-psicologia-studi-aperti/ http://www.connessionicreative.com/10-ottobre-giornata-nazionale-della-psicologia-studi-aperti/#respond Wed, 02 Oct 2019 18:59:58 +0000 http://www.connessionicreative.com/?p=1092 Il 10 ottobre si celebra la Giornata Nazionale della Psicologia, promossa dal Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi e patrocinata dal Ministero della Salute. Il tema di quest'anno è “Psicologia e Diritti Universali”, per sottolineare come la professione psicologica è a fianco dei diritti, impegnata nella loro tutela e valorizzazione, a vari livelli e in diversi ambiti della società. "(...) [...]

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Il 10 ottobre si celebra la Giornata Nazionale della Psicologiapromossa dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi e patrocinata dal Ministero della Salute.

Il tema di quest’anno è “Psicologia e Diritti Universali”, per sottolineare come la professione psicologica è a fianco dei diritti, impegnata nella loro tutela e valorizzazione, a vari livelli e in diversi ambiti della società.

“(…) Il diritto alla libertà e alla dignità, ad esprimersi e realizzarsi, ad amare ed essere amati, a vivere in salute, alla tutela della vulnerabilità e al riconoscimento delle diversità….Tutti i diritti universali – che danno sostanza all’essere umano e all’Umanità nel suo complesso – sono forti ma delicati, richiedono cura, attenzione e partecipazione, si sviluppano con noi (…)”

dal sito http://www.psy.it/giornatapsicologia/mission/

In questo ambito si colloca l’iniziativa STUDI APERTI, come occasione per favorire l’incontro tra professionisti e cittadini.

Quest’anno, insieme allo studio Centro di Psicoterapia Padova  , partecipo all’iniziativa STUDI APERTI e per tutto il mese di OTTOBRE offrirò una CONSULENZA PSICOLOGICA GRATUITA in diversi ambiti, tra questi:

    • benessere psicologico
    • bambini, adolescenti e famiglie
    • consulenza genitori

Studi Aperti

Sei sei interessato contattami per maggiori informazioni.

 

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Letture consigliate per bambin*: MOSTRO ROSA http://www.connessionicreative.com/letture-consigliate-per-bambin-il-mostro-rosa/ http://www.connessionicreative.com/letture-consigliate-per-bambin-il-mostro-rosa/#respond Mon, 23 Sep 2019 10:27:21 +0000 http://www.connessionicreative.com/?p=1083 Letture consigliate per bambin*: IL MOSTRO ROSA “Questa storia è dedicata a tutte quelle persone che, almeno una volta, si sono sentite un Mostro Rosa.” Olga De Dios Un libro per spiegare ai più piccoli che la diversità può arricchire il luogo in cui viviamo Ogni tanto mi piace passare del tempo in quelle piccole [...]

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Letture consigliate per bambin*: IL MOSTRO ROSA

“Questa storia è dedicata a tutte quelle persone che, almeno una volta,

si sono sentite un Mostro Rosa.”

Olga De Dios

Un libro per spiegare ai più piccoli che la diversità può arricchire il luogo in cui viviamo

Ogni tanto mi piace passare del tempo in quelle piccole librerie di città, dove si può chiedere dei libri, discutere di essi, farsi consigliare e a volte avere anche scambi interessati di idee e non solo opinioni. Proprio in una di queste mie “incursioni” mi è capitato di scoprire questo meraviglioso libro, che diretto e schietto arriva dritto al punto.

Olga De Dios è un’autrice interessante che con ironia e semplicità ha scritto una storia illustrata per bambini (e non solo) che parla di un’esperienza di vita assai comune: quella di rimanere esclusi per una propria caratteristica, esteriore o interiore che sia.

La storia in sé è semplice. L’autrice descrive un mondo in bianco e nero dove il protagonista spicca per il suo scintillante colore rosa e la mole importante. La sua casa è troppo piccola e non può arrampicarsi sui rami degli alberi senza che questi si spezzino.

Ma il “mostro rosa” non si abbatte e si mette in viaggio in cerca di un nuovo luogo da scoprire e una nuova casa da abitare. Il coraggio di questo simpatico mostro rosa viene premiato e troverà una nuova casa e un nuovo posto dove vivere e poter essere felice, un luogo dove “conobbe un sacco di nuova gente, ognuno a suo modo differente”L’autrice, inoltre, vuole coinvolgere i bambini invitandoli, negli angoli di alcune pagine, a disegnare liberamente.

Questo libro è un elogio alla diversità, un modo per mostrare ai più piccoli come la diversità possa arricchire e colorare il posto in cui si vive.

Perché accettare l’altro come diverso nutre la speranza (anche da adulti) di poter tenere “insieme” , nello stesso spazio e nella stessa mente, parti di noi diverse, a volte in contraddizione tra loro.

Accettare la molteplicità insita dentro e fuori di noi, ci aiuta anche ad abbracciare la complessità che contraddistingue tutti i fenomeni, compresi gli esseri umani.

Al prossimo libro.

 

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Ricomincio da qui: BENVENUTO SETTEMBRE! http://www.connessionicreative.com/ricomincio-da-qui-benvenuto-settembre/ http://www.connessionicreative.com/ricomincio-da-qui-benvenuto-settembre/#respond Wed, 04 Sep 2019 17:48:20 +0000 http://www.connessionicreative.com/?p=1067   L’Estate, intesa anche come periodo per staccare e togliersi la stanchezza accumulata, volge al termine e noi come ci sentiamo a tal proposito? Per me è sempre stato fondamentale staccare per un periodo abbastanza lungo e non per prenotare mete stressanti o affascinanti destinazioni europee, che tuttavia ci trovano invischiati in lunghe file, sudore [...]

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L’Estate, intesa anche come periodo per staccare e togliersi la stanchezza accumulata, volge al termine e noi come ci sentiamo a tal proposito?

Per me è sempre stato fondamentale staccare per un periodo abbastanza lungo e non per prenotare mete stressanti o affascinanti destinazioni europee, che tuttavia ci trovano invischiati in lunghe file, sudore e colpi di calore, ma per tornare a “casa”.

Vivo al nord da molti anni ormai, ma le mie origini affondano nelle radici dei sacri ulivi di una terra bagnata dal mare, che in estate rivela i suoi colori più belli e i suoi profumi più intensi, una terra non priva di difficoltà, eppure così necessaria.

Nello sforzo della vita quotidiana, a volte persi tra i mille impegni, ci si ritrova molto lontani dal quel luogo e ci si può smarrire. Più lo stress è presente, maggiore è la difficoltà nel ricontattare interiormente quel luogo, con i suoi richiami sensoriali ed emotivi.

Per ritornare lì può essere utile provare ad ascoltare il proprio corpo, oppure allenarsi a farlo, focalizzandoci sulle nostre sensazioni, su ciò che ci sta comunicando. Anche se spesso non ascoltiamo il corpo o non lo comprendiamo abbastanza, esso parla costantemente, ad esempio, attraverso il senso di fatica o un sintomo somatico.

Attualmente le neuroscienze parlano di “Embodied Cognition” (mente incarnata), il cui significato rimanda al fatto che la cognizione si estende nel corpo e molti stati mentali devono la loro esistenza proprio all’esperienza corporea. Si può descrivere cos’è la rabbia, ma dentro di noi è rappresentata anche sotto forma di reazioni psico-fisiologiche e sensazioni somatiche.

Eugene Gendlin, filosofo e professore presso l’Università di Chicago (allievo di Carl Rogers), nel corso della sua esperienza clinica, trovò che i pazienti che traevano un maggior beneficio dalla psicoterapia erano anche quelli che presentavano un’abilità innata a percepire correttamente i segnali che provengono dal corpo (“natural focuser”). Secondo l’autore, questa capacità innata di intercettare i propri segnali corporei aveva la sua efficacia terapeutica nella misura in cui dava avvio ad un processo trasformativo dell’esperienza, che portava ad allentare nodi critici. Il paziente, poteva così attivare nuove risorse e strategie, traendone grande beneficio.

Diventa, quindi, di vitale importanza concedersi un momento, fermarsi dolcemente, per uscire fuori dalla ruota nella quale spesso ci infiliamo con poca consapevolezza. Occorre avere il coraggio di disdire gli impegni che ci proteggono dal “sentire” , per ascoltare la complessità significativa delle nostre sensazioni corporee, in relazione alle tematiche importanti della nostra vita.

Chi affonda i piedi nella sabbia, chi si mette in ascolto del vento e del mare che s’infrange sugli scogli, presto si ritrova a badare al proprio respiro, al proprio corpo, al silenzio. Avvolta dal silenzio della natura presente nella mia terra d’origine, rapita da un cielo sorprendentemente stellato, ogni anno, mi ricarico, sgombro il campo dal superfluo e ritorno a vivere davvero.

Settembre parte con questo prezioso bagaglio, anche se le altre valigie sono state disfatte (forse non proprio tutte).  Si ri-progetta, si modifica il percorso intrapreso, si ri-direzionano le azioni, si riprendono i sogni lasciati in sospeso ed è di nuovo capodanno!

In questo momento mi piace scrivere, disegnare e creare delle liste, pormi nuovi obiettivi o riscrivere quelli già posti, ma che necessitano di una revisione.

Settembre è partito anche con l’acquisto di un piccolo ulivo, una sorta di totem personale che mi dà forza e coraggio. Fin dalla preistoria questo albero, risultato di molteplici incroci che abbracciano tutto il Mediterraneo da Est ad Ovest, è stato simbolo di forza, di pace, fede, onore e vittoria.

Ed è proprio con questo simbolo, che abbraccia il Mediterraneo intero, che accolgo settembre, augurando a tutti un’ottima ripartenza con spirito rinnovato. Per essere felici ci vuole coraggio e il coraggio porta alla saggezza necessaria a volgere pensieri, parole e azioni nella direzione della nostra felicità.

Settembre è anche un buon momento per intraprendere un percorso di consulenza o sostegno psicologico, orientato ad una specifica problematica, oppure rivolto ad una generale sensazione di malessere.

A breve, infine, pubblicherò le iniziative per le quali sto lavorando, che includono interessanti collaborazioni e  laboratori espressivo-creativi per adulti, genitori e bambini.

Grazie e buona ri-partenza!

 

ph: @donfontijn

Per vivere con onore bisogna struggersi, turbarsi, battersi, sbagliare, ricominciare da capo e buttare via tutto, e di nuovo ricominciare a lottare e perdere eternamente. La calma è una vigliaccheria dell’anima

LEV TOLSTOJ

 

 

Per approfondire:

DAMASIO, R. “L’errore di Cartesio, trad. it. di F.” Macaluso, Milano, Aldelphi (ed. or. 1994) (1995): 236.
Gendlin, E.T., (2001). Focusing. Interrogare il corpo per cambiare la psiche. Roma: Astrolabio Ubaldini.

 

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STRESS…NO GRAZIE! http://www.connessionicreative.com/stress-no-grazie/ http://www.connessionicreative.com/stress-no-grazie/#respond Tue, 05 Mar 2019 19:13:47 +0000 http://www.connessionicreative.com/?p=1047 L'arte è l'espressione del pensiero più profondo nel modo più semplice Albert Einstein   A breve si terrà il primo dei due incontri dedicati alla tematica dello stress e della gestione dello stress. Questa tematica sarà affrontata sia da un punto di vista psicologico sia creativo, con l'ausilio di alcune tecniche espressive. In particolare, si [...]

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L’arte è l’espressione del pensiero più profondo nel modo più semplice

Albert Einstein

 

A breve si terrà il primo dei due incontri dedicati alla tematica dello stress e della gestione dello stress. Questa tematica sarà affrontata sia da un punto di vista psicologico sia creativo, con l’ausilio di alcune tecniche espressive. In particolare, si prevede l’utilizzo dell’acquerello.

Non occorre assolutamente saper disegnare o dipingere, ma solo decidere di sperimentare questo materiale con le sue peculiari caratteristiche.

Gli incontri saranno anche un’occasione di condivisione all’interno di un gruppo, che non sarà numeroso per favorire una “buona esperienza”.

Questi incontri vogliono rappresentare anche un’occasione per stare con sé stessi, lasciando che la mente si distenda, inducendo uno stato di rilassamento che fa sì che l’ansia cali e le risposte importanti arrivino.  Giocare con il colore ci porta a dimenticare per un attimo le tensioni di tutti i giorni, ritrovando una sensazione di calma interiore, minata da un sovraccarico di stress e una testa piena di pensieri.

 

Perché l’acquerello?

La pittura ad acquerello consente di esplorare lo spazio e la superficie in modo spontaneo e liberatorio. L’acquerello con le sue caratteristiche di fluidità e imprevedibilità permette di sperimentare esiti imprevisti.

Dipingere con l’acquerello ci costringe a fare i conti con l’impossibilità di avere un potere diretto ed immediato sugli eventi, di poterli prevedere e controllare.

La percezione di non avere potere e controllo sugli eventi si ritrova anche in situazioni considerate altamente stressanti che creano ansia.

Tuttavia, l’esperienza con questo materiale ricolloca queste sensazioni in un contesto più ludico, regalandoci la possibilità di scoprire il piacere di abbandonarci al corso degli eventi, adattarci, accogliendo le reazioni improvvise del materiale e di ciò che è altro da noi.

 

INFO E ISCRIZIONE:

Si può decidere di partecipare ad un solo incontro (25 euro) oppure ad entrambi (35 euro) . In ogni caso, il contributo richiesto comprende anche il costo dei materiali e l’iscrizione all’associazione ospitante. L’iscrizione agli incontri è obbligatoria e può avvenire mediante mail o messaggio ai CONTATTI indicati qui di seguito.

  • Dott.ssa Giulia Simone

cel 3425255060

e-mail: giuliasimone@connessionicreative.com

  • Associazione TeAma

cell. 328843802

e-mail: info@associazioneteama.it

 

 

  • Quando?

 19 e 26 marzo

  • Dove?

Associazione TeAMA

Via Gradenigo 10, Padova (PD).

 

 

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